Parte la consultazione pubblica del Piano Italia 5G
Con “Italia 5G”, il Governo definisce il piano di intervento pubblico nazionale per incentivare la realizzazione delle infrastrutture di rete per lo sviluppo e la diffusione del 5G.
Si tratta del primo Piano di investimenti pubblici - con un finanziamento di 2,02 miliardi di euro - approvato a sostegno dello sviluppo del mercato mobile in Italia.
L’obiettivo del Piano - in consultazione pubblica dal 15 novembre al 15 dicembre 2021, insieme alla “Relazione della mappatura reti mobili 2021” - è di indirizzare al meglio le iniziative pubbliche per realizzare reti ultraveloci e fornire servizi mobili innovativi e ad elevate prestazioni.
Italia 5G è una delle iniziative previste nella Strategia italiana per la Banda Ultra Larga (PDF) - Verso la Gigabit Society, approvata dal Comitato interministeriale per la transizione digitale (CiTD) il 25 maggio 2021, in attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Come partecipare alla consultazione pubblica
I soggetti interessati potranno partecipare alla consultazione pubblica presentando le osservazioni entro le ore 13 del 15 dicembre 2021, all’indirizzo e-mail: Italia5G_consultazione@governo.it.
La consultazione pubblica è avviata ai sensi del paragrafo 64 e 78, lettera b) degli Orientamenti dell’Unione Europea per l’applicazione delle norme in materia di aiuti di Stato in relazione allo sviluppo rapido di reti a banda larga.
All’esito della consultazione pubblica, il piano di intervento in esame sarà notificato alla Commissione europea secondo le norme (articolo 108, paragrafo 3) che regolano il Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea.
Il Piano Italia 5G
Il Piano ha l'obiettivo di incentivare la diffusione sull’intero territorio nazionale di reti mobili 5G in grado di assicurare un significativo salto di qualità della connettività radiomobile mediante rilegamenti in fibra ottica delle stazioni radio base (SRB) e la densificazione delle infrastrutture di rete, al fine di garantire la velocità ad almeno 150 Mbit/s in downlink e 50 Mbit/s in uplink, in aree in cui non è presente, né lo sarà nei prossimi cinque anni, alcuna rete idonea a fornire connettività a 30 Mbit/s in tipiche condizioni di punta del traffico.